Category: China 2010

Giorno libero.
Giorno di shopping al fake market, paradiso del falso cinese.
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Sotto la fermata del Science & Technology Museum si estende un enorme mercato fatto di micro botteghe di tutti i generi possibili, dai finti Ray Ban ai finti Rolex, borse, the, vestiti, minchiate (Campioni del mondo, i cinesi!!!), giochi, finti iPhone, iPod e iPad…
La specialità di questo mercato però è la parte dedicata ai sart:tanti ometti e donnine dalle ruvide mani e dalle unghie lunghe (dei mostri in pratica), confezionano vestiti su misura in 2 giorni…all’occorrenza, con un piccolo sovrapprezzo, anche per il giorno seguente.
Xabi si è fatto fare un vestito in seta viola, Giorgio C. una giacca nera in perfetto mandarin style, Roby un pseudo smoking con pantaloni a zampa, Giorgio P. un vestito di seta blu e io mi porto via una giacca da smoking e una da frac…strepitose!!
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La mattinata va via così e dopo lo choc metropolitana (un formicaio spaventoso), nel pomeriggio siamo nella città vecchia, jinglin road a caccia di strumenti.
E’ un’ intera via di soli negozietti di strumenti tradizionali, intermezzati da vicoli bui e ambulanti che vendono della roba da mangiare di fattezze, colori e odori indescrivibili..
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Ho comprato un violino cinese.
In mano loro ha un suono molto particolare, lamentoso, sembra una voce di donna rotta dal pianto.
In mano mia il rantolo di un maiale sgozzato.
Ao’, non è che tutto quello che si chiama violino io lo debba saper suonare!!
In serata  Maria e Francesca, le ragazze del Commissariato Italiano dell’Expo che hanno coordinato la nostra trasferta a Shanghai ci portano al Bund, il lungo fiume, precisamente nella terrazza di un ostello con una vista mozzafiato sullo skyline notturno.
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Di lì ci spostiamo alla house of blues and jazz e dopo una seconda serata a sentire band mediocri di anglosassoni suonare cover trite e ritrite la richiesta nasce unanime:
Portateci in un locale per soli cinesi..di qualunque genere sia!!
Detto fatto.
L’ingresso all’88, disco per 20-30enni locali mediamente figli di papa’ è degno di Blade runner..
Una bolgia infernale!
La musica è un’accozzaglia di generi, dal reggaeton, all’house, techno e pop.
La prima cosa evidente è che i cinesi non reggono l’alcool.
Ci crollano ai piedi ragazze e ragazzi in fin di vita per un paio di birre..
E la scena che mi si parà davanti al bagno è tra il ridicolo e il raccapricciante:
una reunion di alcoolisti anonimi che si vomitano sulle scarpe.
Comunque..ci sono tutti i cliché del caso: i signorotti occidentali ben accompagnati, i giovanotti occidentali ben accompagnati, un discreto puttanaio!!
Ci siamo molto divertiti..a ballare intendo.
Piano piano la compagnia si assottiglia fino a restare io e Dellex a fare chiusura tra i cadaveri…
Roby ha la forza e il fegato all’uscita di mangiarsi pure una mezza dozzina di spiedini di fronte alla discoteca..il profumo era anche buono ma l’aspetto della tavolata di pesce e carne cruda in mezzo alla strada un po’ meno!

Rodrigo

3 thoughts on “Day 3: Shanghai, day off

  1. Rodrigo mi ripeto: una cronaca migliore non la potevi fare…ancora rido!!! Veramente bravissimo, ottimo osservatore!!!

  2. E’ davvero bello leggerti,adoro il tuo modo di raccontarti,di raccontare,con così tanta minuzia e la giusta ironia.Perfetto direi!

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