Category: China 2010

I programmi della mattinata, almeno i miei, sono saltati, visto l’orario di rientro.
E’ il giorno del primo concerto, per cui mi sono concesso qualche ora di sonno in più.
Ci muoviamo alle 15, io Manuel e Xabier per raggiungere, sempre nella Old Town, un negozio fetish che ci hanno consigliato, dove comprare degli accessori per completare i vestiti da concerto e…poi vediamo.
Altra zona bellissima, molto roots.
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I colori, le puzze, le facce, i bambini che escono da scuola in divisa, la disperazione della povertà, l’ottimismo di chi non pensa, la rassegnazione di chi ha smesso di pensare.
Il negozio è piccolo e non ha un granché ( abituati ai grandi magazzini del sesso in America..).
Troviamo però dei collari di pelle utili allo scopo. La giusta dose di borchie e catene.
In ritardo corriamo al Mao Live House.
Il club è una figata!
Bel palco. Un esercito tra facchini e backliner del posto ad aiutarci.
Il suono e’ ottimo, ovviamente anche grazie a Tommy (Tommaso Colliva) appena arrivato da Milano per il concerto e Stefano Mariani, prima volta con noi ( un po’ arrogante….ma molto prezioso).
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Vi risparmio la routine di una band, soundcheck, attese varie, rientro in hotel, cena, ritorno al club.
Ci siamo.
Nessuna aspettativa.
Anzi. Entriamo in club semi deserto.
Passiamo la mezz’ora precedente al concerto guardando da dietro le quinte la gente arrivare e scherzando sulla quantità, cercando di ricordare quali date nel frattempo stiamo battendo come affluenza di pubblico..
I numeri crescono e alla fine saliamo sul palco che il Mao è praticamente pieno.
Cinesi rigorosamente in fondo, impietriti e silenziosi, tutte le prime file occupate da italiani e stranieri in generale.
Solo qualche dissidente cinese, rischiando la propria vita si avventura verso il fronte palco.
Il concerto va molto bene. Come quasi sempre d’altronde..
Noi un po’ freddi, Manuel si è beccato due scosse al microfono che avrebbero steso un cavallo, tensione generale ma ottimo risultato.
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La tensione porta un po’ di nervosismi e attriti post concerto, per cui dopo qualche drink al locale, chiacchiere e impressioni dei presenti ci spostiamo a bere l’ultimo nei pressi dell’hotel e rimandiamo un aftershow più consistente al concerto dell’indomani.

Rodrigo

5 thoughts on “Day 4: il primo concerto al Mao Live House

  1. un piacere leggerti, scrittura fluida, piacevole, non ostentata e soprattutto contenuti sinceri e delicatamente divertiti.
    esterrefatto scritto correttamente è addirittura un miraggio.
    grazio Rodrigo

  2. Io c’ero!!!
    E mi è sembrato che alla fine l’atmosfera fosse più che coinvolgente!
    Certo in Italia sarebbe stata un’altra cosa, ma riempire la sala del Mao Live House di Shanghai forse non era poi così scontato.
    Probabilmente ha aiutato anche il repertorio che avete scelto, molto trascinante anche per chi non conosce le canzoni. Una domanda però: perchè non avete fatto “Male di miele”?
    E poi sono veramente contento di essere venuto, nonostante i 250+250 km di A/R Hangzhou-Shanghai.

    Ciao,
    Marco

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