Oggi ci svegliamo proprio mentre Marty parcheggia il tourbus nei pressi del Jarvis Centre, a Manhattan. Nell’attesa di spostarci alla venue per il load in, andiamo a fare colazione in un vicino Deli. New York è piena di questi posti, dei diners ebraici, dove si mangia bene, ma pesante.
Il tempo di un caffè, ed è il tempo di spostarci alla Mercury Lounge, dove avevamo già suonato lo scorso giugno. Scaricati i bagagli ed il backline, è arrivato il momento di separarci da Marty e dal nostro bus. A malincuore, l’autista è il migliore che abbiamo mai avuto, ed il bus pure. Ma magari è solo un arrivederci…
Alla Mercury arrivano anche Steve Wynn e sua moglie Linda, che si aggregheranno a noi stasera per suonare 3 brani.
Li proviamo durante il soundcheck e vengono così bene che i musicisti degli altri gruppi che suoneranno prima di noi, presenti, scoppiano in un fragoroso applauso.
Abbiamo un bel pò di tempo libero prima del concerto, così facciamo il check in in hotel, nel cuore di Chinatown, ed andiamo in giro all’esplorazione di Manhattan, che per molti di noi è la città preferita in assoluto.
Torniamo alla venue per poter assistere ai concerti dei gruppi supporto, che sono davvero interessanti. Prima la Ambitious Orchestra, un gruppo di 22 elementi (!!!) con sezione di fiati ed archi, davvero strepitoso. Siamo rimasti a bocca aperta. Poi i Voxys, giovane gruppo formatisi da qualche mese.
Poi è il nostro turno. L’inizio con White Widow è d’obbligo, la scaletta scorre tra inglese ed italiano.
In sala ci sono meno italiano dell’altra volta, molti più americani, e siamo emozionati dalla presenza di Gordon Gano dei Violent Femmes.
Arriva poi il momento di ospitare Steve Wynn e Linda Pittman. Partiamo con una versione di “Venus in Furs”, con Steve e Manuel che si alternano al microfono.
E’ poi la volta di “Boston” e di “Days of Wine and Roses”. Sia noi che il pubblico ci infuochiamo.
Il concerto, come al solito, si chude con “Bye Bye Bombay”, l’ultima volta in questo tour americano.
A fine concerto, siamo tutti andati a bere un bicchiere in un bar sulla Avenue B in Alphabet City.
Martedì, il giorno dopo il concerto, è stato un giorno semi-off per tutti, che ci siamo sparpagliati a Manhattan per visite, shopping ed altro.
Ci siamo visti a pranzo nel Village, prima di disperderci nuovamente in direzioni diverse.
Una delle mete è stata Central Park, che di sera assume un aspetto affascinante. Vedere una pista di pattinaggio sul ghiaccio immersa nel parco con lo sfondo dei grattacieli di Manhattan ci ha fatte pensare di essere in un film.
Ci siamo poi nuovamente diretti al nostro hotel prima di andare al concerto di Steve Wynn & The Miracle 3, passando ovviamente per una sempre più scintillante Time Square, che sembra non essere minimamente sfiorata dalla grave crisi economica che sta martellando l’economia americana.
Arriva poi il concerto di Steve. Con lui e Linda sul palco Jason e Dave, rispettivamanente chitarra e basso, e poi qualche pezzo di Afterhours. Prima Rodrigo, che con Steve ha suonato nel tour europeo dello scorso ottobre, poi si è aggiunto Enrico, ed alla fine sul palco anche Manuel e Roberto per il gran finale.
Abbiamo trascorso lì il resto della serata, tra una chiacchera ed un bicchiere, con l’immancabile juke-box che suonava, e l’immancabile foto ricordo, Steve compreso, nel photo booth che molti locali hanno all’interno.
E anche questo tour è finito. Un’altra esperienza da ricordare. Per il calore degli americani, la professionalità e la serietà del personale dei vari locali, per gli ottimi concerti, per il clima diverso che si respira al di fuori dai confini italiani, senza nulla togliere al nostro paese, per l’incredibile notte dell’Election Day…
Goodbye America, see you again soon.
bellissimo. non vedo l’ora di “vivervi” stasera a Milano
sarà il mio primo concerto, è importante..
lucy
Fantastici.
Nella speranza di vedervi al Sud, magari nella mia città, Reggio Calabria… Jody.